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Anno 2 Numero 83 Mercoledì 05.11.03

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

il melanoma della vagina e del collo dell'utero

 

di Guido Donati *

 

Il cancro vaginale primario rappresenta il 3% dei tumori del sistema riproduttivo femminile e dall'1 al 2% di tutti i tumori maligni femminili. 

L'American Cancer Society ha stimato che nel 2003 saranno diagnosticati negli Stati Uniti 2.000 nuovi casi di cancro vaginale e 800 donne moriranno durante l'anno a causa di questa malattia. 

L'incidenza dei melanomi della vulva, della vagina e del collo dell'utero è inferiore al 2% delle neoplasie genitali femminili.

Il melanoma vaginale pur costituendo lo 0,3% di tutti i melanomi ha una prognosi particolarmente sfavorevole, con mortalità del 20-50% a 5 anni dall'intervento. Viene individuato per lo più tardivamente per la difficoltà obiettiva di individuare le patologie in questa area e per il fatto che il melanoma di solito è asintomatico fino a stadi molto avanzati in cui difficilmente si può intervenire positivamente. La vagina è l'organo meno studiato  e lo speculum durante la visita ginecologica può coprire anche più del 50% delle sue pareti. Una zona pigmentata può sfuggire facilmente  tra le pieghe vaginali, soprattutto se posizionata nella parete anteriore o posteriore della vagina in quanto viene coperta dalle valve dello speculum.

 

L'85-90% dei tumori vaginali sono carcinomi squamocellulari, probabilmente legati ad una pregressa infezione da HPV, il 5-10% sono adenocarcinomi, il 2-3% melanomi e il 2-3% sarcomi.

Va ricordato che la maggior parte degli adenocarcinomi sono del tipo a cellule chiare legati all'assunzione durante la gravidanza per prevenire l'aborto di dietilstilbestrolo da parte delle madri delle giovani pazienti colpite. Il tumore si sviluppa fra i 12 e i 30 anni con incidenza massima fra i 17 e i 21 anni.

 

Il melanoma vaginale si localizza soprattutto al terzo medio o inferiore della vagina, di solito colpisce donne adulte intorno ai sessanta anni di età, più raramente le ragazze. La più giovane paziente con melanoma vulvare era una ragazza ricoverata al Johns Hopkins Hospital di Baltimore (Maryland - USA) di appena 20 anni.

Il melanoma è un tumore di origine neuroectodermica che solitamente si origina sulla pelle, ma che occasionalmente si può sviluppare nelle superfici mucose (vagina, cervice uterina, utero, ovaio, genitali maschili, mucosa orale e raramente negli altri organi interni).

Le sue cellule prendono origine dai melanociti, cioè dalle cellule pigmentarie, che originatesi dalla cresta neurale migrano nei vari tessuti.

La presenza di melanociti è stata identificata nel 3% delle vagine normali e rappresentano probabilmente le cellule di origine di questo tumore. 

 

Si sviluppa soprattutto in donne di razza bianca; le cause dello sviluppo di questo tumore sono sconosciute. Nel caso del melanoma della pelle sono stati chiamati in causa i raggi ultravioletti dell'esposizione solare, ma nell'interessamento vaginale e del collo dell'utero, non si può ovviamente parlare di fotoesposizione salvo non vi sia un intervento indiretto dei raggi solari cha altererebbero la risposta immunitaria sistemica non permettendo all'organismo di difendersi dal tumore. Probabilmente contribuiscono altri cofattori nello suo sviluppo che ancora non abbiamo individuato. Vi è ad esempio uno studio di Rohwedder A. e coll. del 2002 comparso sull'American Journal of Dermatophatology dal titolo Vulvar malignant melanoma associated with human papillomavirus DNA: report of two cases and review of literature, in cui gli autori hanno riscontrato la presenza di uno Human Papilloma Virus (HPV) del sottotipo 16. Gli HPV16 svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo dei carcinomi del collo dell'utero, della vulva, della vagina, degli organi genitali maschili e di vari altri organi. Potrebbero, inoltre, agire direttamente sui melanociti o indirettamente quale cofattore nello sviluppo del melanoma.

 

Probabilmente vi sono fattori che comunque diminuiscono le difese nei confronti di tutti i tumori e fanno da terreno favorevole allo sviluppo anche del melanoma: fumo di sigaretta, inquinanti ambientali e alimentari, dieta squilibrata e molte altre cose ancora non ben identificate.

Inizialmente il melanoma è completamente asintomatico e può essere individuato durante la visita ginecologica. Appare in forma di macchia di colore azzurro-nerastro sulla parete vaginale o se già in stadio avanzato come una massa palpabile, polipoide che ad un certo livello di sviluppo diviene ulcerata ed emorragica. 

Altre volte la paziente va dal medico per una secrezione vaginale o perdite di sangue non in rapporto al ciclo mestruale, senza altri sintomi; altre volte il sangue compare solo dopo i rapporti sessuali; talora vi è solo un dolore pelvico o vaginale, dolore urinario, dolore durante il coito o stitichezza.

 

La precocità di diagnosi, rimane l'unica arma. La prognosi è in relazione soprattutto con la profondità dell'invasione ma anche con l'indice micotico, la presenza di aneuploidia, la localizzazione, l'invasione vascolare e la presenza di ulcerazione. La situazione si aggrava man mano che da localizzato alla vagina, metastatizza a uno o più gangli linfatici inguinali fino a dare metastasi a distanza.   

Il melanoma si può disseminare sia per via linfatica sia attraverso il sangue, dando metastasi soprattutto al polmone e al fegato.

A causa della prognosi sfavorevole e della difficoltà diagnostica alcuni autori consigliano di togliere chirurgicamente tutte le lesioni pigmentarie della vagina, del collo uterino e della vulva e sottoporle ad esame istologico.

Per prevenire questa patologia è importante durante i normali controlli ginecologici effettuare uno studio particolareggiato delle pareti e nel caso di presenza di pigmentazione rivolgersi ad un dermatologo esperto che effettuerà una colposcopia mirata. è possibile identificare inizialmente una melanosi o una iperplasia melanocitica atipica. Nel caso la lesione sia sospetta deve essere asportata e  sottoposta ad esame istopatologico da un dermopatologo con esperienza.

Il patologo determinerà la natura della lesione anche avvalendosi dei moderni sistemi di colorazione immunoistochimica quale la proteina S-100 (antigene specifico del melanoma).


Sentinel node biopsy in vulvar and vaginal melanoma: presentation of six cases and a literature review Abramova L, Parekh J, Irvin WP Jr, Rice LW, Taylor PT Jr, Anderson WA, Slingluff CL Jr. Ann Surg Oncol. 2002 Nov;9(9):823-5

Vaginal melanoma: a clinicopathologic and immunohistochemical study of 26 cases Gupta D, Malpica A, Deavers MT, Silva EG. Am J Surg Pathol. 2002 Nov;26(11):1450-7


* Dott. Guido Donati - specialista in dermatologia e venereologia 

 

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