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Anno 4 Numero 144

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

WWF: Ricostruire in modo sostenibile
È questa la priorità per il "dopo-tsunami"

L’abbattimento indiscriminato di alberi potrebbe contribuire ad altre calamità in futuro

Nel periodo immediatamente successivo allo tsunami il WWF si rivolge ai governi perché sostengano le comunità devastate assicurandosi che le azioni intraprese per la ricostruzione siano ecologicamente sostenibili. Questa raccomandazione viene fatta mentre si svolge una conferenza dell’ONU nelle isole Mauritius, nell’Oceano Indiano, la regione colpita duramente dallo tsunami.

“Ecosistemi sani possono salvare vite umane”, ha detto Isabelle Louis, Direttrice del Programma dell’Asia del Pacifico del WWF. “E questo tragico evento, nonostante l’impressionante numero di vittime, ancora una volta lo ha dimostrato. I luoghi che avevano barriere coralline sane e mangrovie intatte, che svolgono il ruolo di aree cuscinetto come dei respingenti naturali, sono state meno devastate dallo tsunami di quelli in cui le barriere erano danneggiate e le mangrovie eliminate e rimpiazzate dagli allevamenti di gamberi e da alberghi costruiti a pochi metri dal mare”.

Si stima, ad esempio, che nelle Maldive i danni dello tsunami avrebbero potuto essere molto maggiori se la politica governativa di protezione delle barriere coralline non fosse stata così efficace. Come riportato dallo staff del WWF presente in molte aree in diversi progetti sul campo il fenomeno si è verificato anche in India, nell’area del Tamil Nadu: diversi villaggi nel distretto di Chidambaram sono stati colpiti in misura minore proprio grazie alla presenza di una piccola foresta di mangrovie che ha impedito agli abitanti di venir spazzati via dalla tremenda ondata. La foresta è tra l’altro conosciuta con il nome di Alaithi Kadukal che in lingua Tamil vuol dire proprio “la foresta che controlla le onde”. Anche il santuario di Punta Calimere nel distretto di Thanjavur, sempre in Tamil, è stato protetto dalla foresta ancora integra. Ed ancora nell’Andhra Pradesh le mangrovie e i tratti di vegetazione costiera hanno permesso ad alcuni pescatori di trovare riparo e salvare la vita nonostante il maremoto

In questo momento è impellente far fronte alle necessità primarie di cibo e di rifugio, ma il WWF chiede comunque che le operazioni che fin da ora si stanno intraprendendo per la ricostruzione a lungo termine rafforzino e restaurino proprio quei meccanismi naturali di difesa: è necessario, cioè, programmare in modo appropriato gli interventi lungo le coste, ricostruire le abitazioni con attenzione agli ambienti naturali e ridare i mezzi necessari alla sussistenza e il WWF ha già messo a disposizione dei governi la propria esperienza in questo campo.

“Lo sviluppo costiero, scarsamente programmato ha aggravato l’impatto dello tsunami”, ha detto Mubariq Ahmad, capo del WWF Indonesia. “E’ importante non ripetere gli errori del passato. Dobbiamo ricostruire in modo sostenibile”. Il WWF suggerisce che gli insediamenti costieri, nel futuro, siano costruiti in una zona sicura, al di qua dei segnali che indicano l’alta marea e raccomanda robuste politiche di gestione delle zone costiere da realizzare nella regione. Azioni volte a ridurre l’impatto dello tsunami e il rischio di disastri naturali sono indispensabili: devono essere ricostruite o ripristinate le barriere coralline, le mangrovie, le paludi e le foreste, vitali per gli ecosistemi costieri, capaci di contrastare l’impatto dei maremoti.

Anche il mantenimento dei servizi naturali principali, come quelli forniti dalle foreste ancora integre, è un elemento fondamentale per l’economia delle popolazioni locali che possono, nei momenti di emergenza, poter utilizzare queste risorse. In India acqua, legname e prodotti forestali stanno garantendo risorse per affrontare l’emergenza: per questo motivo il governo indiano ha stabilito un periodo di sfruttamento di 6 mesi delle foreste, salvando però i tratti forestali all’interno di un chilometro dalla costa, i parchi nazionali, i santuari naturali e le foreste di mangrovie.
Il legname viene utilizzato per ricostruire o riparare le abitazioni, gli uffici pubblici e le altre infrastrutture, costruire centri di soccorso. Però l’abbattimento indiscriminato di alberi potrebbe contribuire ad altre calamità future, quali frane e inondazioni: il WW si augura che questo non accada in altri paesi ancora ricchi di foreste, come l’Indonesia.

Nel breve periodo è anche importante che il settore della pesca sia ricostruito in modo responsabile, poiché è la fonte primaria di sopravvivenza delle migliaia di comunità colpite dallo tsunami. Il WWF avverte che se le comunità devastate non vengono sostenute da risorse adeguate per riprendere immediatamente l’attività della pesca c’è il rischio che flotte di pescatori di frodo arrivino nella regione, aggravando la condizione di queste popolazioni.

In molte aree dove il WWF svolge da anni progetti di conservazione, lo staff là presente sta fornendo assistenza e supporto operativo per le azioni di emergenza. In Indonesia, nell’area tra le più colpite Banda Aceh, la sede del WWF è il fulcro per il coordinamento delle operazioni di emergenza. Lo staff del WWF è anche facilitatore per il coordinamento delle NGO locali (Aceh NGO Forum) creatasi per convogliare gli aiuti verso le popolazioni del posto. L’ufficio WWF è anche sede temporanea per la Commissione Nazionale per la Protezione dei Bambini.

www.wwf.it

Roma, 10 gennaio 2005
 
                               

 

 

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