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Onde di Alvfén e spicole, il nesso c’è

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Fra le onde di Alfvén e le spicole, il nesso non solo c'è, ma nuovi studi spiegano come la forza delle onde sia oltre cento volte superiore a quanto precedentemente ipotizzato: tale da giustificare non solo il riscaldamento della Corona ma anche il condizionamento del vento solare.

 

Quali siano i motivi che rendono la corona solare, l’atmosfera esterna del Sole, 20 volte più calda della sua superficie, è oggetto di intensi studi da parte degli fisici solari. E in effetti appare paradossale ai più pensare che toccare il Sole sia meno “rovente” che respirare la sua atmosfera.Ora un nuovo lavoro, apparso sull’edizione settimanale di Nature, cerca di spiegarne i motivi. La ricerca, condotta dal National Center for Atmospheric Research (NCAR) utilizzando osservazioni satellitari, rivela che le oscillazioni magnetiche, che trasportano l’energia solare dall’interno della stella alla sua atmosfera, sono più intense di quanto finora ipotizzato.Queste onde hanno abbastanza energia non solo per scaldare la corona, ma anche per guidare il vento solare, il flusso di particelle solari che investe l’intero sistema planetario, Terra compresa.“Ora finalmente capiamo come la massa calda può fluire verso l’alto dall’interno della nostra stella, fornendo energia sufficiente a mantenere il calore della corona a un milione di gradi ed espellere le particelle ad alta velocità producendo il vento solare” dice Scott McIntosh, principale autore dello studio. ”Questa nuova ricerca contribuisce a rispondere ai quesiti su come l’energia esce dal Sole e si propaga nel sistema solare “.Lo studio, finanziato dalla NASA e pubblicato questa settimana sulla rivista Nature, è stato condotto da un team di scienziati provenienti da NCAR (sponsorizzato dalla National Science Foundation), Lockheed Martin Solar and Astrophysics Lab, Università di Oslo, Norvegia e in Belgio l’Università Cattolica di Lovanio.Il flusso di massa ed energia prodotto dalla corona influenza la quantità di radiazioni ultraviolette che raggiunge la Terra. Questo, una volta raggiunta la fascia superiore dell’atmosfera, può provocare i disturbi noti come tempeste geomagnetiche, che possono interferire con le trasmissioni elettriche, come le telecomunicazioni.Questo  nuovo studio si concentra sul ruolo delle oscillazioni nella corona, note come onde di Alfvén, nel “movimentare” l’energia verso la corona. Le Onde di Alfvén sono state  osservate direttamente  per la prima volta nel 2007. Gli scienziati riconobbero in esse un meccanismo per il trasporto di energia verso l’alto, lungo il campo magnetico del Sole, nella corona. Ma nel 2007 le osservazioni hanno mostrato unità di grandezza troppo piccole per giustificare il riscaldamento della corona ai livelli che conosciamo e anche per condizionare il vento solare.Le recenti osservazioni satellitari hanno invece evidenziato che le onde di Alfvén sono oltre un centinaio di volte più forti di quanto precedentemente misurato, con ampiezze dell’ordine di 12 miglia (20 km) al secondo, sufficiente a riscaldare l’atmosfera esterna del Sole a milioni di gradi e guidare il vento solare. Le onde sono facilmente visibili nelle immagini ad alta risoluzione, in quanto capaci di produrre i getti di materiale caldo, chiamati spicole, in grado di influenzare l’ambiente esterno.   Francesco Rea