di Paola Franz
"L’UNICEF
individua nell’istruzione un aspetto chiave per l’intera agenda
dello sviluppo. L’istruzione previene lo spreco di un enorme
potenziale di capacità umane”
ha affermato il
Direttore Generale dell’UNICEF, Carol Bellamy
in occasione della presentazione dell'ultimo rapporto sulla
condizione dell'infanzia nel mondo "Bambine, istruzione e sviluppo".
Dal rapporto
dell'UNICEF emergono dati sconcertanti: 121 milioni di bambini non
hanno diritto all'istruzione, di questi 65 milioni sono femmine e 56
milioni maschi. Appare evidente come vi sia una differenza tra
maschi e femmine, ogni anno almeno 9 milioni di bambine in più
rispetto ai bambini non hanno accesso all'istruzione.
Questo rapporto
sottolinea come la mancanza di istruzione nelle bambine le renda più
vulnerabili alla
povertà, alla fame, allo sfruttamento, alla
violenza, agli abusi e al traffico di esseri umani.
“Per un bambino la mancanza di
istruzione non solo limita le sue potenzialità come individuo, ma
riduce drammaticamente le prospettive che, una volta divenuto
adulto, i suoi figli siano in grado di sfuggire a una vita di
povertà e sofferenze”, ha sottolineato Bellamy.
Le
donne che non hanno ricevuto un'istruzione, rischiano di più di
morire durante il parto e di contrarre malattie, anche sessualmente
trasmesse (MST),
compreso l'AIDS.
Le
conseguenze, oltre che per le donne stesse, si ripercuotono
successivamente sui loro figli, sulle famiglie e sullo sviluppo
dell'intera società.
Un'istruzione adeguata
delle bambine garantisce anche il miglioramento della qualità della
vita, lo dimostrano i dati relativi ai tassi di mortalità infantile:
nei paesi dove vi è una bassa istruzione più del 15% dei bambini non
raggiunge il quinto anno di vita. Le bambine di oggi saranno le
donne e le madri di domani, l'istruzione darà loro la possibilità di
crescere figlie e figli più sani e a loro volta più istruiti. Questo
si traduce in uno sviluppo sociale e in un miglioramento del proprio
Paese.
Le zone che
maggiormente soffrono della carenza di istruzione sono quelle
dell'Africa subsahariana (l'83% delle bambine non va a scuola),
dell'Asia meridionale e orientale. Nell'Africa subsahariana nel 1990
41 milioni di bambini non frequentava la scuola, nel 2002 sono
saliti a 45 milioni. Il numero delle bambine che non hanno
frequentato la scuola è aumentato in questi dodici anni da 20 a 24
milioni. Ciò dimostra l'inefficienza degli interventi effettuati a
livello internazionale,
“gli sforzi realizzati per lo sviluppo
internazionale sono stati in troppi paesi
palesemente inadeguati rispetto all’obiettivo di aumentare il numero
di bambine nella scuola”, ha affermato il
Direttore Generale dell’UNICEF: “Dobbiamo chiederci perché ciò sia
avvenuto e quali siano le conseguenze”.
Secondo il rapporto è
fondamentale intervenire rapidamente affinché nei prossimi due anni
vi sia un reale incremento di istruzione scolare, altrimenti non
potranno essere raggiunti gli obiettivi della riduzione della
povertà e del miglioramento delle condizioni di vita.
“Non abbiamo speranza alcuna di
ridurre povertà, mortalità infantile, HIV/AIDS e altre malattie se
non garantiamo che ogni bambina e ogni bambino possano esercitare il
proprio diritto all’istruzione di base”, ha dichiarato il Direttore
Generale dell’UNICEF: “Nella vita quotidiana, l’essere istruiti o
meno rappresenta una discriminante enorme”.
Nel rapporto UNICEF
sono indicati una serie di interventi che sollecitano
le agenzie per lo sviluppo, i governi,
le famiglie e le comunità a potenziare gli sforzi
affinché vengano eliminati gli ostacoli che escludono le bambine
dalle scuole. Queste sono alcune delle misure proposte dall'UNICEF:
-
Creare un’etica nazionale che
riconosca il valore dell’istruzione tanto per le bambine quanto
per i bambini
-
Considerare l’istruzione delle
bambine una componente essenziale dei piani di sviluppo
-
Abolire ogni forma di tassa
scolastica
-
Inserire l’istruzione nelle
strategie nazionali per la riduzione della povertà
-
Aumentare i fondi internazionali
per l’istruzione.
Secondo l'UNICEF il
più urgente tra gli Obiettivi di sviluppo del millennio è il
raggiungimento entro il 2005 della parità di genere nell'istruzione,
per questo un anno fa è stata lanciata una campagna che favorisce
proprio l'istruzione femminile "25 entro il 2005" con lo scopo di
aiutare i 25 paesi dove vi è più disparità.
Per maggiori informazioni:
www.unicef.it
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