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Aggiornamento attività di Medici Senza Frontiere nelle zone colpite
del maremoto
Ecco un aggiornamento delle attività di Medici Senza Frontiere nelle
zone del Sud Est Asia colpite dal maremoto. Nel complesso MSF ha già
inviato nell’area circa 35 volontari internazionali e 130 tonnellate
di materiale di soccorso (soprattutto farmaci, kit per l’assistenza
medica e per la potabilizzaizone dell’acqua, oltre a generatori,
attrezzature logistiche, coperte e alimenti). Altri volontari e
altri aiuti sono in partenza nelle prossime ore.
Indonesia.
Il 29 dicembre il team di soccorso di Medici Senza Frontiere è
finalmente riuscito a entrare nella provincia di Aceh, nel Nord di
Sumatra. La zona si trova esattamente davanti all’epicentro del
terremoto che ha scatenato lo tsunami ed è senza dubbio l’area più
duramente colpita: prima dalle scosse e poi dall’onda. L’équipe di
MSF (composta da 15 persone tra medici, infermieri e logisti
indonesiani ed europei) è stata la prima organizzazione umanitaria
internazionale a entrare nell’area a 4 giorni dal disastro. La
situazione descritta dai volontari è spaventosa: oltre il 60% del
capoluogo della provincia, Banda Aceh, è completamente distrutto.
Il team riporta che lungo le strade ci sono ancora moltissimi
cadaveri, mentre la gran parte delle infrastrutture sono distrutte e
inagibili. MSF ha già allestito una clinica e sta collaborando con
le autorità locali per rimettere in funzione ciò che resta
dell’ospedale locale. La distribuzione degli aiuti è difficoltosa
per l’inagibilità di gran parte delle vie di collegamento. E’
necessario il ricorso a elicotteri. La benzina manca completamente;
cibo e acqua scarseggiano; l’elettricità funziona a intermittenza e
solo in alcune zone della città.
Sono già stati allestiti tre campi per gli sfollati: MSF offre
consulenze mediche in uno di essi.
MSF ha già trasportato nell’area di Aceh circa 60 tonnellate di
materiale di soccorso.
Secondo l’ONU nell’area del capoluogo è morta una persona su
quattro, mentre nell’intera provincia di Aceh i morti potrebbero
essere fino a 80mila su una popolazione di circa 4 milioni.
A causa del conflitto da anni in corso nella zona di Aceh, è molto
probabile la presenza di mine nella zona.
Sri Lanka.
MSF ha già inviato nel Paese 14 volontari internazionali, altri 10
partiranno nelle prossime ore. Gli aiuti inviati fin qui ammontano a
circa 70 tonnellate, tra questi anche un ospedale da campo in grado
di assistere 30mila persone per tre mesi. Le vie di collegamento
sono gravemente compromesse e gli spostamenti difficili, anche a
causa della presenza di mine in alcune aree del Paese. L’aeroporto
della capitale, Colombo, e quasi paralizzato.
Uno dei team di MSF si sta concentrando nell’area di Batticaloa, nel
Nord Est del Paese. In quella zona Medici Senza Frontiere ha
lavorato a lungo negli anni passati: la popolazione era già
poverissima ed estremamente vulnerabile già prima della catastrofe.
Gli altri interventi si stanno concentrando dell’area di Ampara,
Galle, Matara e Hambantota, nel Sud del Paese.
Tailandia.
Nella zona di Puket ci sono 3 volontari di MSF e altri 4 arriveranno
presto per supportare l’ospedale provinciale Takuapa. MSF ha donato
farmaci all’ospedale Phang Na. Nella zona di Takuapa interi villaggi
di pescatori sono andati distrutti e molte persone sono ancora
disperse. Negli ospedali arrivano tra i 600 e i mille pazienti al
giorno, solo ieri l’afflusso è calato a 3-400 persone. Nel complesso
la risposta delle autorità locali è stata veloce e ben organizzata.
Myanmar (Birmania).
MSF, già presente in Birmania con alcuni progetti di lotta all’Aids,
ha inviato un team composto da due medici, un esperto di ripristino
di sistemi idraulici e igienici e 5 logisti. L’èquipe è arrivata a
Kawthuang (nell’estremo Sud) e si sta spostando verso l’arcipelago
di Mergui, dove alcune isole sono rimaste completamente prive di
collegamenti. Se le autorità locali lo permetteranno, MSF conta di
realizzare un monitoraggio aereo di tutta la zona.
India.
Un team di due persone ha condotto una missione esplorativa in
alcune zone dell'India meridionale. Ieri sono arrivati a Chennai, la
capitale del Tamil Nadu. Il governo, insieme alla popolazione
locale, sta organizzando le operazioni di assistenza medica, la
distribuzione di cibo e le operazioni di disinfezione dell'acqua. Le
zone costiere sono state pesantemente colpite dal cataclisma e le
famiglie sono ancora in cerca dei dispersi. MSF manderà un
epidemiologo dal centro di ricerche Epicentre per lavorare alla
sorveglianza delle eventuali epidemie nei distretti di Nagapattinam
e Cuddalore.
Sul fronte medico MSF metterà a disposizione un team per offrire
consulenze e assistere la popolazione colpita da traumi psicologici,
che sembrano al momento il problema più grave.
Un altro team di MSF è arrivato a Chennai e ha ottenuto
l’autorizzazione a effettuare un monitoraggio nelle isole Nicobare e
Andamane che si trovano non lontane dall’epicentro del terremoto.
www.medicisenzafrontiere.it
30 dicembre 2004
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