Questo sito utilizza cookie per implementare la tua navigazione e inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più clicca leggi

Pasti piccoli e frequenti: il segreto per rimanere in forma?

Articolo pubblicato il 17-09-2006
di Marika Dello Russo e Gianvincenzo Barba
Istituto di Scienze dell’Alimentazione, CNR, Avellino

Cosa meglio di un bel digiuno, magari prolungato, per dimagrire velocemente e in maniera congrua ? La realtà potrebbe essere diversa, almeno se facciamo riferimento a studi recenti che suggeriscono che, nell’ambito della restrizione dell’apporto calorico, frazionare l’energia in più pasti giornalieri potrebbe avere un impatto favorevole sul metabolismo del tessuto adiposo.

ImageGli studi disponibili sono pochi e tutti limitati a popolazioni adulte; mancano invece osservazioni del genere nella popolazione in età pediatrica, in cui questo tipo di informazione potrebbe essere importante visto che, sempre più spesso, oggi i bambini sono in sovrappeso o obesi e la prevenzione, soprattutto se precocemente effettuata, è diventata una necessità concreta.

In uno studio recentemente pubblicato sull’International Journal of Obesity, abbiamo valutato se l’abitudine a ripartire l’apporto calorico in più pasti nel corso della giornata fosse associata ad un minor grado di adiposità e, più in generale, a un migliore profilo di rischio cardiovascolare nei bambini. Abbiamo testato questa ipotesi in oltre quattromila bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, che hanno partecipato al progetto ARCA, uno screening dell’obesità infantile, realizzato nella provincia di Avellino, in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania e le AASSLL di zona.

Sono stati rilevati il peso corporeo, l’altezza, la circonferenza vita e la pressione arteriosa e sono state valutate le abitudini di vita e alimentari dei bambini attraverso un questionario somministrato ai genitori, che riportava domande specifiche relative alla frequenza di consumo dei pasti. I risultati ottenuti hanno dimostrato che l’indice di massa corporea, stima dell’adiposità totale, era significativamente differente nei bambini che consumavano 3 pasti o meno, 4 pasti, o 5 o più pasti nella giornata: in particolare i bambini che mangiavano più frequentemente nel corso della giornata mostravano un indice di massa corporea inferiore rispetto a coloro che invece concentravano l’apporto calorico in un numero minore di pasti.

ll’aumentare della tendenza a frazionare l’apporto calorico quotidiano in più pasti diminuiva anche la circonferenza vita, e quindi l’accumulo di grasso in sede addominale – la pancetta’ degli adulti - che recentemente ha acquisito rilievo scientifico quale predittore del rischio cardiovascolare, probabilmente più della stessa adiposità totale. Anche la pressione arteriosa era significativamente e inversamente associata al numero di pasti consumati nella giornata, ma tale dato era da attribuire totalmente all’influenza del numero di pasti sul grado di obesità del bambino, come descritto in precedenza.

Ma in che modo la distribuzione dell’assunzione di calorie con gli alimenti nel corso della giornata può influenzare il metabolismo del tessuto adiposo e il grado di sovrappeso?

Per quello che sappiamo dai pochi studi disponibili in popolazioni di adulti, chi fraziona l’apporto calorico in più pasti tende ad assumere meno calorie nel corso della giornata o, secondo altri autori, assume calorie preferenzialmente dai carboidrati piuttosto che dai grassi.

Altrettanto plausibile è l’ipotesi che chi mangia meno frequentemente consumi pasti più abbondanti e quindi più calorie, con maggiore secrezione dell’insulina, ormone responsabile della trasformazione in tessuto adiposo dell’energia assunta in eccesso, e minore concentrazione ematica di leptina, l’ormone che riduce il senso della fame e aumenta il dispendio energetico. Tutti questi meccanismi non sono potenzialmente mutuamente esclusivi così come non si può comunque escludere che l’associazione osservata dipenda da fattori non studiati o non noti.

Indipendentemente dai meccanismi, la lettura dei dati di questo studio diventa particolarmente interessante se contestualizzata al giorno d’oggi in cui, il modello alimentare tradizionale è stato abbandonato a favore di un prevalente consumo di cibi ad elevata densità energetica e in porzioni sempre maggiori, spesso consumati fuori casa in modo frenetico, oppure di piatti precotti di preparazione industriale, comodi perchè pronti rapidamente ma non necessariamente nutrizionalmente adeguati ad ogni tipo di consumatore. Fare dunque una buona colazione al mattino e dei piccoli spuntini nell’arco della giornata, evitando che questi siano eccessivamente calorici e a basso potere saziante, potrebbe essere di aiuto nel controllo del peso corporeo e nella prevenzione del sovrappeso e dell’obesità infantile.


Riferimenti bibliografici:
Barba G., Troiano E., Russo P., Siani A. Total fat, fat distribution and blood pressure according to eating frequency in children living in southern Italy: the ARCA project. International Journal of Obesity 2006; 16: 239-48.


Autore: Marika Dello Russo e Gianvincenzo Barba
Istituto di Scienze dell’Alimentazione, CNR, Avellino