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Anno 4 Numero 150

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Datazioni enigmatiche? Le risolve l’acceleratore del Circe

Una strumentazione unica in grado di datare, in pochi minuti, reperti minuscoli risalenti fino a 50 mila anni fa. L’acceleratore elettrostatico tandem del Circe- Centro di ricerche isotopiche per i beni culturali e ambientali- afferisce ad Innova, struttura coordinata da Antonio Massarotti dell’Istituto di cibernetica (Icib) del Cnr di Pozzuoli.


Niente più dubbi nella datazione di monumenti e reperti antichi. A sollevare gli archeologi e storici dell’arte dal rompicapo dell’attribuzione cronologica, sarà un acceleratore elettrostatico tandem in grado di datare manufatti e fossili risalenti fino 50 mila anni fa. Lo straordinario strumento si trova presso il Laboratorio di spettrometria di massa ultrasensibile, una nuova struttura ospitata nell’ex Ciapi di San Nicola La Strada, in provincia di Caserta. Il laboratorio fa parte del Centro di ricerche isotopiche per i beni culturali e ambientali (Circe), uno dei “tasselli” di Innova, Centro di competenza regionale nato per trasferire i risultati scientifici alle imprese della Campania coordinato da Antonio Massarotti dell’Istituto di cibernetica (Icib) del Cnr di Pozzuoli. Il Circe e il suo acceleratore sono stati presentati oggi, in occasione della tavola rotonda: “Ruolo delle regioni nella promozione della ricerca e dell’innovazione ai Beni Culturali” svoltasi presso la Reggia di Caserta.
L'apparecchiatura del Circe, di cui esistono in Italia solo altri due esemplari, a Firenze e a Lecce, ma con caratteristiche funzionali differenti, è in grado di datare in pochi minuti anche campioni di un milligrammo, caratteristica che la rende scarsamente invasiva nei confronti dell'oggetto rinvenuto. “La metodologia di base impiegata” spiega il prof. Filippo Terrasi del Dipartimento di scienze ambientali della seconda Università di Napoli “è quella convenzionale del radiocarbonio 14, che consiste nel misurare nel reperto la quantità di carbonio residua. Il rapporto tra quest’ultima e quella iniziale, ci svela l’età dell’oggetto. Con la tecnica tradizionale è però necessaria una grande quantità di materiale, in quanto, in un reperto, la presenza di radiocarbonio è molto bassa. L'acceleratore invece supera questo limite. Con uno speciale spettrometro riusciamo a individuare e a contare, uno per uno, anche in minuscoli frammenti, il numero di atomi di carbonio 14 presenti nel reperto. Gli atomi estratti vengono accelerati e, quindi, separati rispetto alle specie atomiche e molecolari interferenti”. La rapidità del suo utilizzo consentirà di eseguire circa 2 mila datazioni l'anno. Al contrario di quanto si possa immaginare, sono in molti, tra enti, istituzioni ed imprese, ad aver bisogno di questo tipo di servizio. “Già cinque anni fa” spiega Masarotti dell’Icib-Cnr “nell'ambito del Progetto finalizzato beni culturali del Cnr, abbiamo stimato, attraverso un’indagine, che in Italia si richiedevano circa 3.000 datazioni l’anno, effettuate per la maggior parte in laboratori europei e americani. Ora il nostro acceleratore, più avanzato rispetto a quelli esistenti in Europa, potrà soddisfare non solo le esigenze di chi opera nel settore dei beni culturali. Numerosi sono, infatti, i suoi campi di applicazione: dall'analisi ambientale alla medicina legale, alla certificazione dell’annata di produzione di vini, all’individuazione di uranio impoverito”.
La macchina, acquistata dalla Regione Campania negli Stati Uniti, per un importo di 2 milioni di euro, è solo una delle tante che andranno a potenziare le strutture scientifiche aderenti ad Innova. A questo centro, che ha sede presso il Comprensorio Olivetti di Pozzuoli, afferiscono, oltre al Cnr, sette università campane, i parchi scientifici e tecnologici della regione, il Centro europeo per i beni culturali di Ravello, numerosi enti, oltre 300 professori universitari.

www.cnr.it

Roma, 18 febbraio 2005

 
                               

 

 

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