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Anno 6 Numero 291

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Nucleare, WWF: "Considerare anche il fattore 'T', come territorio"

Nucleare, un falso mito, una ‘tentazione’ contro la quale il WWF elenca i motivi per cui non vale la pena cedere


“Che l’Italia debba rimanere solidamente agganciata all’evoluzione della ricerca nucleare è una questione strategica su cui si può discutere: forse l’Italia rinuncia alla ricerca spaziale pur non avendo direttamente un proprio, domestico programma spaziale ? Ma da qui a rilanciare, in Italia, un nuovo programma di investimenti per la realizzazione di nuove centrali nucleari, come dichiarato da più parti, significa non saper fare i conti con la realtà – ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia – Oltre al problema dei costi (smaltimento e approvvigionamento di una fonte ‘estera’), di sicurezza ancora non risolti non dimentichiamo il ‘fattore T, ovvero, i problemi di gestione e pianificazione sul territorio praticamente latitante nel nostro paese. Se fossero state realizzate, ad esempio, le centrali previste dal piano del 1975 per il quale l’ENEL avrebbe dovuto assegnare gare per l'assegnazione di otto centrali elettronucleari da 1.000 MW del tipo ad acqua leggera, pressurizzata e bollente, ci chiediamo quante sarebbero oggi ancora in funzione, in un Paese nel quale la gestione e la pianificazione territoriale sono pressoché latitanti? Il WWF ha più volte ricordato in questi anni che l’Italia non ha applicato ancora la direttiva europea sulle acque e quindi non si è ancora dotata degli strumenti necessari per normare l’impiego delle risorse idriche e la corretta gestione di bacini fluviali. Pensiamo allora per un momento alle centrali previste nel piano di allora sul bacino del Po, fiume già oggi al centro di una spietata concorrenza tra usi civici e agricoli a valle e, a monte, la generazione idroelettrica: la prevista installazione, ed esercizio delle centrali idroelettriche previste si sarebbe tradotta in un disastro economico-energetico visto il tracollo dello stato di salute dell’ecosistema fluviale. E il Po è solo un esempio tra i tanti”.

Per il WWF in Italia sul piano energetico sono state decise e vanno sostenute con coraggio altre scelte: in primis il serio investimento sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili in un mix diversificato, flessibile, fattibile che non comporta la sostituzione “in blocco” delle fonti fossili con una singola fonte alternativa (nucleare o carbone); un mix che riduca la vulnerabilità degli approvvigionamenti e soprattutto tenga conto del Paese reale.

www.wwf.it 

Roma, 8 novembre 2007

 
                               

 

 

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