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Anno 7 Numero 302

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

WWF: sul clima UE poco determinata

Necessari obiettivi più elevati per la sfida e il ruolo che l'Europa vuole giocare sul clima


L’Unione Europea ha presentato oggi il pacchetto energia-clima, vale a dire le proposte di provvedimenti per ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra in Europa del 20% rispetto ai livelli del 1990. Il WWF si aspettava una maggiore determinazione ed un obiettivo di almeno il 30% di riduzione delle emissioni: questo perché nella decisione del Consiglio Europeo del Marzo 2007 si è stabilito che la UE perseguirà tale target – che include l’opzione di raggiungere il 30% in coincidenza di un accordo globale sulle emissioni di gas serra. Un target più alto di riduzione è anche necessario per rimanere al di sotto dell’aumento medio della temperatura globale di 2 gradi centigradi. 

Quale leader globale nella lotta ai cambiamenti del clima, l’Unione Europea dovrebbe pianificare il successo dei negoziati internazionali, non il loro fallimento. Il target del 20 per cento assume non solo che gli altri paesi industrializzati facciano poco o nulla, ma non è neppure in linea con l’accordo raggiunto a Bali, dove in plenaria è stato votato un documento che dice che i paesi sviluppati dovranno tagliare le proprie emissioni tra il 25 e il 40 per cento entro il 2020. Il WWF ritiene quindi che si rendono necessari drastici miglioramenti delle misure proposte da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio. 

“La Commissione Europea ha presentato una proposta relativamente debole, e non un singolo paese europeo ha appoggiato target più ambiziosi – ha detto Michele Candotti, direttore generale del WWF Italia - “Un taglio delle emissioni del 20 per cento entro il 2020, rispetto a quelle del 1990, è in realtà una cura più ‘leggera’ di quello che sembra: questo perché l’Unione Europea ha già ridotto le sue emissioni di circa il 10% rispetto ai livelli del 1990. E’ difficile in questo modo per l’Europa arrivare a quella necessaria svolta verso la Nuova Rivoluzione industriale di cui parla e di cui ha drammaticamente bisogno. Ed è un piccolo sforzo anche rispetto ai rischi drammatici per il nostro Pianeta dovuti ai cambiamenti climatici, come lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico e la migrazione di milioni di persone nei paesi in via di sviluppo a causa delle alluvioni e della siccità”. 

Secondo l’analisi del WWF la proposta destina ancora troppi permessi a titolo gratuito per inquinare alle industrie ad alta intensità di carbonio, indebolendo così il principio di “chi inquina, paga”. Il WWF ritiene che tutti i permessi debbano essere messi all’asta, in modo da incentivare il taglio delle emissioni e garantire i fondi necessari per la riconversione e lo sviluppo dell’energia pulita e rinnovabile, così come per l’adattamento a quei cambiamenti del clima ormai inevitabili e in atto, specie nei paesi poveri. 
Uno nota positiva: il WWF saluta infatti con favore il target del 20 per cento di energia dalle fonti rinnovabili. Ritiene però che il sistema di certificazione proposto per i biocarburanti, deve essere reso più concreto, per dare la certezza che questa fonte di energia venga prodotta in modo sostenibile e rispettando i principi di equità e di giustizia sociale. 

Il WWF si aspetta che il Parlamento e il Consiglio Europei affrontino il pacchetto energia e clima dedicando una corsia preferenziale e veloce, anche in vista delle prossime elezioni del Parlamento Europeo del 2009. 

www.wwf.it 

Roma 23 gennaio 2008
 
                               

 

 

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