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Il quarto oceano? Lo studia il CNR
Rientra domani a Venezia, dopo una missione internazionale, la nave
da ricerca “Urania” del Cnr, che ha studiato la separazione nel Mar
Rosso fra l’Arabia e l’Africa. Un processo che è alla base della
formazione degli oceani
Negli atlanti si dovrà aggiungere,
nella zona del Mar Rosso, un altro oceano.
E’ quanto emerso dai rilevamenti della nave da ricerca "Urania" del
Consiglio Nazionale delle Ricerche, che dopo una campagna
oceanografica nel Mar Rosso, frutto di un progetto internazionale,
rientra domani a Venezia.
L'elaborazione dei dati acquisiti e lo studio dei campioni porterà
nuove conoscenze sui processi che accompagnano la nascita di un
nuovo oceano, a seguito della spaccatura di un continente.
“Il Mar Rosso, infatti, si sta formando per la separazione
dell'Arabia dall'Africa – afferma Enrico Bonatti, direttore
dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr -, separazione iniziata
qualche milione di anni fa e che continua ancora oggi alla velocità
di circa 1 centimetro all'anno. Lo stesso tipo di processo che,
probabilmente, ha portato alla nascita dell'oceano Atlantico, a
seguito del distacco delle Americhe dal continente europeo-africano,
oltre 100 milioni di anni fa”.
La spedizione, parte del progetto di ricerca europeo "Euromargin", è
stata condotta dalla Sezione Geologia Marina di Bologna,
dell'Istituto di Scienze Marine del Cnr, con la partecipazione anche
di studiosi inglesi, francesi, tedeschi, egiziani, dell'Arabia
Saudita, dell'Università di Roma La Sapienza e della Columbia
University di New York.
La ricerca si è concentrata sulla zona assiale del Mar Rosso,
proprio dove sta iniziando
la separazione tra la placca arabica e quella africana, che si
manifesta con un'intensa attività sismica e vulcanica sul fondo, ad
oltre 2mila metri al di sotto del livello del mare.
“La nave Urania - prosegue Bonatti - ha portato a termine una fitta
maglia di rilievi geofisici, usando onde acustiche di diverse
frequenze, per ottenere sia una morfologia ad alta risoluzione del
fondo, sia immagini delle strutture geologiche presenti al di sotto
del fondo marino.
Abbiamo effettuato anche rilievi magnetometrici, e campionato le
rocce basaltiche prodotte dal vulcanismo e i fluidi caldi, altamente
metalliferi, emessi dal fondo, lungo l'asse attivo del Mar Rosso”.
www.cnr.it
Roma 26 gennaio 2005
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