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Swift, il successore di BeppoSAX,
pronto a catturare misteriosi lampi dalle profondità del Cosmo
Una missione NASA in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana)
e il Particle Physics and Astronomy Research Council (PPARC) del
Regno Unito.
Mancano poche ore ormai al lancio del satellite Swift dalla base
NASA di Cape Canaveral. La finestra di lancio si aprirà domani
quando in Italia saranno le h 18.09 (12.09 a Cape Canaveral) per
concludersi un'ora dopo (19.09).

Il satellite per astronomia Swift (Rondone) dedicato allo studio dei
misteriosi flash cosmici sarà posto in orbita intorno alla terra
grazie ad un vettore Atlas. Il satellite realizzato dalla NASA in
collaborazione con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e l’istituto
inglese Particle, Physics and Astronomy Research Council (UK), si
pone l’obiettivo di: determinare l’origine dei raggi gamma, di
classificarli e verificare l’esistenza di nuove tipologie, studiare
come le emissioni prodotte evolvono e interagiscono con il relativo
contesto, comprendere, attraverso lo studio dei raggi gamma,
l’origine dell’universo.
E’ sulla base delle scoperte del satellite dell’ASI BeppoSAX, che
Swift osserverà con estrema precisione le fugaci quanto
imprevedibili esplosioni che avvengono ogni giorno nel cosmo,
possibili segnali della nascita di Buchi Neri. Questi enigmatici
flash cosmici, chiamati Gamma Ray Bursts (GRB) emettono più di cento
miliardi di volte l’energia emessa dal Sole in un intero anno e per
questo sono le più potenti esplosioni conosciute nell’Universo. I
GRB brillano però solo per pochissimo tempo, da alcuni millisecondi
ad alcuni minuti, per poi svanire e non riapparire mai più nello
stesso luogo dove si sono verificati. Dopo il flash di raggi gamma
iniziale, molti burst continuano ad emettere raggi X, luce visibile
e onde radio, un fenomeno chiamato dagli astronomi “afterglow”
(post-luminescenza).
“I Gamma Ray Bursts sono annoverati tra i più grandi misteri
dell’astronomia sin dall’epoca della loro scoperta avvenuta più di
35 anni fa” afferma Paolo Giommi, responsabile Swift per l’ASI.
Swift, che dispone di una strumentazione sofisticata, ma
concettualmente simile a quella di BeppoSAX che ha aperto la strada
allo studio accurato dei GRB, è proprio lo strumento adatto a
risolvere i numerosi lati ancora oscuri del mistero. Uno degli
strumenti di Swift individuerà l’esplosione, mentre, entro poche
decine di secondi, altri due telescopi si orienteranno
automaticamente sul fenomeno per una sua esplorazione più
dettagliata . In tempo quasi reale Swift trasmetterà la posizione
precisa dell’esplosione agli scienziati e ai telescopi in tutto il
mondo affinché sia possibile osservare l’evento in tempi brevissimi
anche con i più potenti telescopi terrestri.
Il satellite Swift, grazie alla grande rapidità con cui può
riorientarsi e puntare i suoi sensibili strumenti per “catturare al
volo” le esplosioni cosmiche, prende il nome da un agilissimo
uccello che anch’esso cattura le sue prede in volo: il rondone (swift
in lingua inglese).
“La missione Swift”, aggiunge il Professor Guido Chincarini,
responsabile scientifico della partecipazione Italiana,
dell’Università degli Studi si Milano Bicocca (UNIMIB) e Astronomo
Emerito all’ Osservatorio Astronomico di Brera (INAF-OAB),
“indagherà in dettaglio per la comprensione della fisica di questi
eventi e sul loro significato nell’evoluzione di oggetti cosmici,
raccogliendo l’eredità e proseguendo il lavoro iniziato dal
satellite italiano BeppoSAX .”
“Tra i contributi italiani – dice inoltre la dott.ssa Simona Di
Pippo, responsabile dell’Osservazione dell’Universo dell’ASI e come
tale coordinatrice del progetto - alla missione vi sono gli specchi
per raggi X utilizzati dal telescopio XRT che sono stati costruiti
in Italia e calibrati e testati dal gruppo Italiano in
collaborazione con USA e Regno Unito. Il satellite verrà controllato
dalla base italiana “Broglio Space Center” dell’ Agenzia Spaziale
Italiana (Malindi, Kenia) che contribuisce inoltre con la fornitura
del software per l’analisi dei dati dello strumento XRT e con la
gestione dell’archivio di tutti i dati scientifici presso l’ASI
Science Data Center (ASDC)”.
I tre strumenti principali di Swift sono stati assemblati al Goddard
Space Flight Center della NASA. Lo strumento principale è il
Telescopio chiamato “Bursts Alert Telescope” o BAT. BAT individuerà
e localizzerà circa due Gamma Ray Bursts alla settimana,
trasmettendo a terra la posizione entro venti secondi , con una
precisione tra 1 e 4 minuti d’arco. Questa posizione sarà allora
utilizzata per riposizionare velocemente il satellite e portare la
regione di cielo in cui è avvenuto il Burst nel campo di vista degli
altri due strumenti concepiti per lo studio dell’afterglow: il
telescopio per raggi X, XRT (X-Ray Telescope) e il telescopio Ottico
e Ultravioletto UVOT (UltraViolet-Optical Telescope). Questi due
strumenti, che lavorano a lunghezze d’onda più lunghe (energie più
basse), determineranno la posizione dell’evento con la precisione
del secondo d’arco, la distanza della sorgente del burst.
L’afterglow può protrarsi per ore o giorni, fornendo informazioni
cruciali sulla dinamica del burst, ma gli scienziati hanno bisogno
di informazioni molto precise per localizzare l’afterglow. “ È una
macchina fantastica” aggiunge Chincarini. “realizzata grazie al duro
lavoro e alla stretta e amichevole collaborazione di tutti i membri
dei gruppi dei tre stati partecipanti al progetto.”
Swift informa la comunità - che include musei e pubblico generico,
insieme a scienziati di osservatori a livello mondiale - attraverso
la rete di raccolta delle coordinate dei Gamma Ray Bursts GCN (
Gamma-ray bursts Coordinate Network) gestito da Goddard. A Terra,
una rete di telescopi robotici dedicati, distribuiti in tutto il
mondo, è pronta ad osservare l’evento non appena ricevuto l’avviso
dal GCN di Swift.
Inoltre per fornire nuovi indizi sulla natura dei meccanismi dei
burst, l’individuazione da parte di Swift dei GRBs può fornire un
filone d’oro di dati cosmologici. Alcuni burst sono probabilmente
originati dalle regioni più lontane dell’ Universo, e quindi nelle
epoche più remote, agli albori delle origini del Cosmo. Sono come
dei fari di segnalazione che risplendono attraverso tutto quello che
si trova tra noi e loro, incluso il gas tra e dentro le galassie
lungo la linea della visuale.
I teorici hanno suggerito che alcuni burst possono essere originati
dalla prima generazione di stelle e la sensibilità di Swift, senza
precedenti, fornirà la prima opportunità di testare quest’ipotesi.
“Sarà - secondo Chincarini - l’aprire le porte a nuove scoperte
nell’astrofisica delle alte energie e la possibilità di ricevere
informazioni dall’Universo giovane, quando le prime stelle in
formazione iniziarono a re-ionizzare il gas cosmico ” .
Con HETE-2 ( High Energy Transient Explorer ) della NASA, ora
attivo, gli scienziati hanno determinato che almeno alcuni bursts
coinvolgono esplosioni di stelle massive. Swift approfondirà queste
informazioni, in particolare risponderà a domande come quanto
massive queste stelle siano e quanto lontane e quale tipo di
galassia ospite e perché alcuni tipi di burst sono così differenti
da altri.
Mentre la connessione tra una parte dei burst con la morte di stelle
massive appare sicura, altri burst possono segnalare la fusione di
stelle di neutroni o buchi neri che orbitano in sistemi binari.
Swift permetterà di stabilire se ci sono diverse classi di GRB
associati con uno scenario particolare capace di produrli. Swift è
sufficientemente veloce per identificare afterglow, ammesso che
esistano, da bursts corti , ossia di breve durata. Fino ad ora gli
afterglow sono stati visti solo associati a burst della durata di
alcuni secondi, ossia burst lunghi. “ E` possibile che fino ad ora
abbiamo visto solo metà della storia!” dice Neil Gehrels.
Il Gruppo di Swift si aspetta di individuare e analizzare più di 100
burst all’anno. Quando non impegnato a dare la caccia ai GRBs, Swift
effettuerà una survey di tutto il cielo alle alte energie in
particolare alle lunghezze d’onda dei raggi “X duri”, che sarà venti
volte più sensibile delle precedenti misure effettuate da altri
satelliti. Gli scienziati si aspettano che grazie alla maggior
sensibilità di Swift rispetto alle precedenti survey, sarà possibile
scoprire oltre 400 nuovi buchi neri supermassivi.
“Questa missione non solo mostrerà il progresso della scienza
attraverso un’altra collaborazione internazionale intensa ed
affiatata, ma potrà non solo essere fonte di grande entusiasmo, ma
potrà dare nuovo impulso ad investire nella ricerca, dando anche
all’uomo comune e ai giovani nuova forza nel confrontarsi con
l’ignoto, stimolando la curiosità nella comprensione della Natura”
conclude Simona Di Pippo.
Swift è una missione (MIDEX: Medium Class Explorer mission) gestita
dal Goddard Space Flight Center di NASA in Greenbelt, Md.. Swift è
stato realizzato in collaborazione l’Agenzia Spaziale Italiana e con
il Particle, Physics and Astronomy Research Council (UK) con il
supporto di laboratori e università statunitensi e internazionali
(laboratori nazionali di Los Alamos, l’ Università di Penn State,
l’Università di Sonoma), Italia (Osservatorio Astronomico di Brera).
www.asi.it
17 novembre 2004
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