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Anno 3 Numero 130

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

ShaRad: il radar italiano oggi integrato sulla sonda NASA Mars Reconaissance Orbiter


SHAllow (poco profondo) RADar: così il nome del nuovo radar destinato allo studio di Marte dell’Agenzia Spaziale Italiana, sviluppato in collaborazione con il dipartimento INFOCOM della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma, e realizzato da Alenia Spazio del gruppo Finmeccanica. SHARAD è il successore del radar MARSIS, attualmente in orbita intorno al Pianeta Rosso con la sonda europea Mars Express. Diversamente da MARSIS che può evidenziare la presenza di grandi giacimenti di acqua o ghiacci fino alla profondità di 4 o 5 chilometri, SHARAD può vedere “solo” fino ad un chilometro sotto la superficie ma è in grado di scoprirne anche piccole quantità. Infatti le più recenti osservazioni effettuate dai satelliti al momento operanti intorno a Marte evidenziano la possibilità che ci sia presenza di ghiacci, eventualmente sotto forma di Permafrost (il terreno permanentemente ghiacciato che caratterizza anche alcune zone della Terra. E infatti obiettivo di SHARAD è anche di misurare lo spessore delle calotte polari così da consentire la valutazione della riserva di acqua in esse presenti.

Il radar verrà integrato oggi presso gli stabilimenti della Lockeed Martin di Denver in Colorado, sulla sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter il cui lancio è previsto per agosto 2005 e testimonia l’alto valore scientifico e tecnologico italiano nell’esplorazione non solo del Pianeta Marte, nella quale l’ASI è impegnata non solo con l’ESA ma anche con la NASA, ma più in generale nell’esplorazione dell’Universo.

Come ogni radar SHARAD consiste di due unità funzionali: l’elettronica, che include la sezione ricetrasmittente e l’elaboratore del segnale, e l’antenna. I progettisti hanno fatto un vero miracolo realizzando un’elettronica che pesa meno, consuma meno ed ha prestazioni migliori di quanto originariamente specificato ed un antenna lunga ben 10 metri da un estremo all’altro che pesa meno di un chilo (non considerando il supporto meccanico necessario a montarla sul satellite).

www.asi.it

Roma, 29 settembre 2004
 
       

             

 

     

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