Anno 2 Numero 83 Suppl. 

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

LA GRANDE SFIDA DELL’ACCORDO VOLONTARIO DEL 2001
PER PREVENIRE I RISCHI PER IL TRASPORTO MARITTIMO DELLE SOSTANZE PERICOLOSE

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Il 1 giugno 2001 è stato firmato il primo accordo volontario tra amministratori, industria e categorie interessate per l’attuazione di una serie di interventi finalizzati al conseguimento di più elevati standard di sicurezza ambientale in materia di trasporti marittimi di sostanze pericolose. 
L’accordo è stato sottoscritto dal Governo rappresentato dal Ministero dell’ambiente e Ministero dei trasporti, dalla Confindustria, da Assoporti, dalle associazioni ambientaliste (WWF, Legambiente, Amici della Terra, Italia Nostra, Marevivo) e dai sindacati (CIGL, CISL, UIL, UGL).
L’accordo nasce sulla base di una riflessione comune circa la situazione delicata e di continua minaccia in cui vive l’ecosistema marino e costiero della nostra penisola a causa del trasporto di idrocarburi, pericolo continuo di danno all’ambiente per rilasci deliberati o colposi, o per incidenti in mare ed è volto alla prevenzione del grave rischio a cui sono sottoposte le coste con il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, economici ed operazionali interessati alle problematiche del trasporto in mare di sostanze pericolose.

Oggetto dell’accordo sono interventi concreti da avviare e portare avanti per prevenire rischi di incidenti in mare e mitigarne eventuali effetti. In questo contesto, Confindustria e i settori industriali si sono impegnati di una più rapida messa al bando delle petroliere non sicure secondo quanto previsto dalla Marpol, anzi anticipandone le prescrizioni ad esempio favorendo l’impiego di mezzi con standard superiori a quelli prescritti dalla normativa internazionale. Il Governo si è impegnato ad adottare una serie di misure per ammodernare il naviglio mercantile nazionale, misure per incentivare la rottamazione di petroliere obsolete, riduzione di tariffe portuali e canoni demaniali per incentivare il traffico di navi ecologicamente più avanzate e politiche a sostegno di imbarcazioni più sicure dal punto di vista ambientale. 

Ancor di più, il Governo si è impegnato ad agevolare il conferimento delle acque di lavaggio delle cisterne delle navi anche presso i depositi costieri, al fine di prevenire lo sversamento in mare ed ad avviare, in conformità con la Convenzione di Barcellona, lo sviluppo ed incremento di tali strutture in ambito mediterraneo con l’incentivazione di regole e controlli sul lavaggio delle cisterne nelle «reception facilities».
Le parti hanno poi individuato la necessità di intervenire con una particolare tutela nei confronti di due situazioni italiane di assoluta sensibilità: le Bocche di Bonifacio e Venezia.
Il Governo si è impegnato ad agire in tutte le sedi comunitarie ed internazionali per giungere all’eliminazione del transito di sostanze pericolose nello Stretto delle Bocche di Bonifacio e alla definizione delle Bocche di Bonifacio come PSSA (particularly sensitive sea area) da parte dell’IMO, nonché all’incentivazione di accordi volontari per l’esclusione del traffico di sostanze pericolose nello Stretto da parte degli Stati UE e in via di accessione.
Per la particolare situazione di Venezia, le parti hanno tutte rilevato la necessità di intervenire per adottare specifiche misure di sicurezza ambientale per i trasporti marittimi ed hanno dedicato l’allegto al presente accordo proprio alle restrizioni del trasporto e transito delle sostanze pericolose nella Laguna. 

A cura dell’Ufficio legale del WWF Italia

Roma, 6 novembre 2003

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