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Incendi nel Mediterraneo
WWF: Non mandiamo in fumo il nostro futuro
Continuano a bruciare le foreste in Portogallo, Francia e Spagna e
il WWF avverte che i paesi mediterranei saranno costretti ad
affrontare la stessa catastrofe ogni anno a meno che misure di
prevenzione di incendi più efficaci non vengano adottate.
Ogni anno, infatti, il Mediterraneo è colpito da più di 50.000
incendi che bruciano fino a 800.000 ettari di foreste - un'area
delle dimensioni della Corsica-.
Il 95% degli incendi è di origine dolosa o scatenato dall’incuria
della gente. Tuttavia, uno studio WWF sugli incendi delle foreste in
Spagna mostra che solo l'1% dei colpevoli è perseguito.
Secondo l’associazione, gli incendi delle foreste su vasta scala per
tutto il Mediterraneo sono aumentati significativamente durante gli
ultimi decenni, principalmente a causa dello sviluppo industriale,
la conversione della terra per creare terreni coltivabili e pascoli,
la cattiva amministrazione e l’eccessivo sfruttamento delle risorse
naturali. Inoltre, i cambiamenti climatici causano estati più
lunghe, lunghi periodi di siccità ed eventi climatici estremi - come
periodi di alte temperature, aria molto asciutta e venti molto
forti-.
Aree critiche del Mediterraneo sono minacciate, come le montagne
Monchique e Caldeirao in Portogallo che sono tra le 10 zone ad alto
rischio identificate dal WWF, dove gli incendi delle foreste stanno
distruggendo gli habitat della lince iberica, dell'aquila del
Bonelli e di molte altre specie indigene.
Gli incendi della scorsa estate sono stati i peggiori per il
Portogallo negli ultimi 25 anni e hanno distrutto 400.000 ettari di
vegetazione, danneggiato 2.500 case ed edifici per 1 miliardo di
euro.
“La soluzione dei governi per gli incendi delle foreste si concentra
usualmente sulla repressione e sugli investimenti in tecnologia
molto costosa piuttosto che focalizzarsi sulla gestione e sul
ripristino degli ambienti forestali", afferma Edoardo Isnenghi del
programma foreste del WWF Italia. "ma se non si investe in misure
preventive sostanziali queste soluzioni renderanno solo peggiori gli
incendi ed i loro effetti".
“Il problema degli incendi poi è particolarmente gravoso in Italia
-continua Isnenghi- dove i boschi ricoprono oltre 9.800.000 ettari
del territorio, pari a circa il 32% dell'intera superficie
nazionale. E dove, negli ultimi 20 anni, gli incendi boschivi hanno
distrutto circa 1.100.000 ettari di superficie boscata:
un'estensione superiore a quella dell'Abruzzo!
“Nonostante le statistiche piu’ recenti ribadiscano che solo lo 0,5%
degli incendi e’ classificato come naturale, -commenta Maurizio
Santoloci, magistrato e vicepresidente WWF Italia- la maggior parte
dei comuni italiani non ha ancora attivato il catasto delle aree
percorse dal fuoco. Catasto previsto per disincentivare e punire
coloro che, in 20 anni, hanno distrutto 1.100.000 ettari di
superficie boscata italiana, perché soltanto il terreno boscato
bruciato, ufficialmente accatastato rende impossibile il rilascio
del permesso di costruire.
Non dimentichiamoci che solo nell’agosto scorso sono stati percorsi
dalle fiamme oltre 17000 ettari di bosco, quasi il 50% di tutto il
2003!”
Il WWF invita i governi a sviluppare e realizzare politiche di
prevenzione rigorose: si devono stabilire sistemi efficienti di
lotta contro gli incendi, gestire gli incendi e perseguire i
criminali colpevoli.
Inoltre nelle operazioni di riforestazione e ripristino dei paesaggi
degradati il WWF raccomanda l’utilizzo di specie di latifoglie
autoctone, che presentano una maggior resistenza al fuoco.
In Italia, Portogallo e Spagna, per esempio, il WWF ha attivato un
ambizioso programma di tutela e ripristino delle sugherete. Queste
formazioni forestali non solo garantiscono una copertura del suolo
efficace per affrontare i fenomeni di desertificazione ma forniscono
anche interessanti fonti di reddito alle popolazioni locali.
www.wwf.it
4 agosto 2004
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