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Anno 3 Numero 122

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Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Incendi nel Mediterraneo
WWF: Non mandiamo in fumo il nostro futuro

Continuano a bruciare le foreste in Portogallo, Francia e Spagna e il WWF avverte che i paesi mediterranei saranno costretti ad affrontare la stessa catastrofe ogni anno a meno che misure di prevenzione di incendi più efficaci non vengano adottate.
Ogni anno, infatti, il Mediterraneo è colpito da più di 50.000 incendi che bruciano fino a 800.000 ettari di foreste - un'area delle dimensioni della Corsica-.
Il 95% degli incendi è di origine dolosa o scatenato dall’incuria della gente. Tuttavia, uno studio WWF sugli incendi delle foreste in Spagna mostra che solo l'1% dei colpevoli è perseguito.
Secondo l’associazione, gli incendi delle foreste su vasta scala per tutto il Mediterraneo sono aumentati significativamente durante gli ultimi decenni, principalmente a causa dello sviluppo industriale, la conversione della terra per creare terreni coltivabili e pascoli, la cattiva amministrazione e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Inoltre, i cambiamenti climatici causano estati più lunghe, lunghi periodi di siccità ed eventi climatici estremi - come periodi di alte temperature, aria molto asciutta e venti molto forti-.

Aree critiche del Mediterraneo sono minacciate, come le montagne Monchique e Caldeirao in Portogallo che sono tra le 10 zone ad alto rischio identificate dal WWF, dove gli incendi delle foreste stanno distruggendo gli habitat della lince iberica, dell'aquila del Bonelli e di molte altre specie indigene.
Gli incendi della scorsa estate sono stati i peggiori per il Portogallo negli ultimi 25 anni e hanno distrutto 400.000 ettari di vegetazione, danneggiato 2.500 case ed edifici per 1 miliardo di euro.
“La soluzione dei governi per gli incendi delle foreste si concentra usualmente sulla repressione e sugli investimenti in tecnologia molto costosa piuttosto che focalizzarsi sulla gestione e sul ripristino degli ambienti forestali", afferma Edoardo Isnenghi del programma foreste del WWF Italia. "ma se non si investe in misure preventive sostanziali queste soluzioni renderanno solo peggiori gli incendi ed i loro effetti".
“Il problema degli incendi poi è particolarmente gravoso in Italia -continua Isnenghi- dove i boschi ricoprono oltre 9.800.000 ettari del territorio, pari a circa il 32% dell'intera superficie nazionale. E dove, negli ultimi 20 anni, gli incendi boschivi hanno distrutto circa 1.100.000 ettari di superficie boscata: un'estensione superiore a quella dell'Abruzzo!

“Nonostante le statistiche piu’ recenti ribadiscano che solo lo 0,5% degli incendi e’ classificato come naturale, -commenta Maurizio Santoloci, magistrato e vicepresidente WWF Italia- la maggior parte dei comuni italiani non ha ancora attivato il catasto delle aree percorse dal fuoco. Catasto previsto per disincentivare e punire coloro che, in 20 anni, hanno distrutto 1.100.000 ettari di superficie boscata italiana, perché soltanto il terreno boscato bruciato, ufficialmente accatastato rende impossibile il rilascio del permesso di costruire.
Non dimentichiamoci che solo nell’agosto scorso sono stati percorsi dalle fiamme oltre 17000 ettari di bosco, quasi il 50% di tutto il 2003!”

Il WWF invita i governi a sviluppare e realizzare politiche di prevenzione rigorose: si devono stabilire sistemi efficienti di lotta contro gli incendi, gestire gli incendi e perseguire i criminali colpevoli.
Inoltre nelle operazioni di riforestazione e ripristino dei paesaggi degradati il WWF raccomanda l’utilizzo di specie di latifoglie autoctone, che presentano una maggior resistenza al fuoco.
In Italia, Portogallo e Spagna, per esempio, il WWF ha attivato un ambizioso programma di tutela e ripristino delle sugherete. Queste formazioni forestali non solo garantiscono una copertura del suolo efficace per affrontare i fenomeni di desertificazione ma forniscono anche interessanti fonti di reddito alle popolazioni locali.

www.wwf.it

4 agosto 2004
 
                               

 

     

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