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La Commissione Baleniera Internazionale 2004
19-22 luglio 2004 (Sorrento, Italia)
La Commissione Baleniera Internazionale (IWC), fondata nel 1946 da
14 stati Membri e composta oggi da ben 55 nazioni. E’ l’unico
organismo internazionale al quale è affidato il compito di
monitorare le minacce per tutti i cetacei esistenti. L’IWC si
riunisce ogni anno e adotta regolamenti sui limiti di cattura, sui
metodi di caccia e sulle aree protette sulla base di un voto di
maggioranza dei tre quarti degli stati membri. Negli ultimi anni l’IWC,
avendo riscontrato nuove minacce ai cetacei, ha stilato un’agenda
più orientata alla conservazione, che comprende i problemi delle
catture accidentali nelle reti da pesca e dei cambiamenti ambientali
globali.
Dal 19 al 22 luglio 2004, sarà l’Italia ad ospitare, per la prima
volta nella storia, la prossima commissione a Sorrento. Il WWF crede
che sia di vitale importanza fare in modo che l’IWC diventi un forum
internazionale efficace per la conservazione di tutti i cetacei
(balene e delfini) con particolare riguardo alle specie minacciate,
come per esempio le 6 specie o popolazioni particolarmente
minacciate, come in particolare, il delfino del fiume Yangtze a
rischio immeditato di estinzione che rischia di diventare il primo
cetaceo estinto a causa dell’uomo.
Il WWF è consapevole della generale attitudine culturale a favore
della conservazione e della gestione dei cetacei, ma continua ad
opporsi fermamente alla caccia commerciale fino a quando questa non
venga supportata da dati scientifici attendibili e soprattutto da
una metodologia gestita direttamente dall’IWC, che attestino un
prelievo sostenibile per determinati stock (gruppi di cetacei della
stessa specie che vivono in aree particolari). In pratica, questo
significa l’adozione da parte dei governi dei Paesi Membri dell’IWC
di una Revisione dello Schema di Gestione (Revised Management Scheme)
che sia molto solido e basato sui criteri della conservazione (vedi
in seguito).
IL MEETING DI SORRENTO: SCENARI POSSIBILI
L’ago della bilancia: il 2004 potrebbe essere l’anno che vedrà la
Commissione composta da una maggioranza di nazioni a favore della
caccia (intesa come caccia commerciale): infatti negli anni passati
tale fazione è aumentata dalle originarie 9 del 2000, alle 15 del
2001, diventate 27 nel 2003, fino ad arrivare alle probabili 27
nazioni di quest’anno.
A Sorrento esiste la triste possibilità che Giappone, Norvegia ed
Islanda, i fautori della riapertura della caccia, abbiano la
maggioranza schierata della loro parte e anche se questo non
significa necessariamente che la Moratoria sulla caccia alle balene
del 1986 verrà bandita, una semplice maggioranza potrebbe avere
comunque ripercussioni molto gravi sulla sopravvivenza delle balene
e degli altri cetacei. Il WWF elenca i possibili rischi su come
voteranno le differenti delegazioni.
Una maggioranza “semplice” può portare alle seguenti conseguenze
negative per la conservazione dei cetacei:
l’IWC finirebbe per sostenere, invece, che condannare la
cosiddetta caccia scientifica tanto invocata dal Giappone (vedi in
seguito per i dettagli);
potrebbe capovolgere la risoluzione storica adottata lo scorso
anno, detta Iniziativa di Berlino, che prevede per la prima volta
l’istituzione di una Commissione di Conservazione che permette agli
Stati Membri di affrontare e contrastare l’intera gamma di minacce
che si nasconde dietro la caccia commerciale alle balene.
L’eliminazione di questa Commissione riporterebbe la conservazione
dei cetacei indietro di 10 anni fa;
una semplice maggioranza potrebbe anche sostenere il diritto al
voto segreto per le risoluzioni in essere.
Il voto segreto: il Giappone sta cercando, da ben 5 anni, di far
passare la proposta di voto segreto, cosa che non renderebbe più le
delegazioni rappresentative dei propri cittadini e della società
civile. Il WWF crede fermamente che un forum internazionale debba
rimanere a voto non segreto per garantire trasparenza e credibilità.
La caccia scientifica: il Giappone potrebbe proporre di aumentare la
cosiddetta “caccia a scopo scientifico” che gli è servita per
cacciare dal 1986 più di 8.000 balene, compresa la balenottera
boreale, specie minacciata, come parte del suo “programma di
ricerca”. Il WWF sostiene che tale presunta caccia a scopi
scientifici non sia altro che una scusa per mantenere operative le
navi baleniere e soddisfare la grande domanda di mercato di queste
specie, usandole come capro espiatorio per giustificare il
depauperamento ittico che, in realtà sappiamo è causato dal
sovrasfruttamento da parte dell’uomo.
La proposta CITES del Giappone: il Giappone ha avanzato una
proposta, che verrà sottoposta alla prossima conferenza delle parti
di Bangkok (ottobre, 2004), per lo spostamento della Balenottera
minore del Nord Atlantico dall’Appendice I alla II della CITES
(l’organismo che si occupa del commercio di specie protette), che
riaprirebbe ufficialmente il commercio internazionale dei prodotti
di questa specie. Se il gruppo di nazioni a favore della caccia avrà
la maggioranza alla prossima IWC, potrebbe essere avanzata una
risoluzione per supportare tale richiesta alla CITES e riaprire il
commercio internazionale di carne di balena (ora vietato).
By-catch: il WWF si sta muovendo affinché l’IWC diventi qualcosa in
più di una semplice convenzione per la conservazione dei cetacei, in
primo luogo spingendo perché la loro cattura accidentale nelle reti
da pesca (by-catch) venga presa in considerazione e rientri nelle
priorità di lavoro, visto che rappresenta la principale minaccia per
tutti i cetacei (ogni anno è causa di morte di ben 300.000 tra
balene e delfini). Il WWF, quindi, si sta adoperando per far
adottare al maggior numero di nazioni le risoluzioni per la
riduzione del by-catch e per supportare tutte le azioni concrete
necessarie a tale cambiamento di rotta, come per esempio la
promozione di ricerche e di workshop nelle nazioni in via di
sviluppo con alti tassi di by-catch sui cetacei.
Revisione dello Schema di Gestione (RMS): il WWF sostiene che una
delle priorità dell’IWC dovrebbe essere un RMS valido, cautelativo e
applicabile, incentrato per esempio, sull’esistenza di: ispettori
nazionali, osservatori internazionali, sistemi di monitoraggio dei
pescherecci, verifiche del pescato, registri del DNA e campionature
del mercato. In realtà tali procedure costituiscono attualmente uno
scoglio dove non si riesce a trovare un punto di incontro o un
compromesso che metta d’accordo le diverse fazioni.
Santuari: il WWF è decisamente favorevole all’istituzione di nuovi
santuari per le balene e considera grave l’atteggiamento di alcune
nazioni che continuano ad opporsi a tali misure di conservazione.
Dal 2001 il WWF collabora con ricercatori, altre organizzazioni non
governative, istituzioni regionali e governative per assicurare una
rete di santuari dei cetacei EEZ nella regione del Pacifico
meridionale: da sostenere il lodevole tentativo di Australia e Nuova
Zelanda di unificare la rete di aree marine protette attualmente
esistenti tramite la creazione di un Santuario IWC nel Pacifico
meridionale. Il WWF è anche fortemente a favore della proposta del
Brasile e dell’Argentina di istituire un santuario nell’Atlantico
meridionale, regione che ha visto l’incremento del turismo sulle
balene (whale-watching), che ha portato introiti sia
dall’eco-turismo, che dalle opportunità di ricerca.
www.wwf.it
15 luglio 2004
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