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Anno 7 Numero 300

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Malaria e vacanze invernali 

 

di Walter Pasini*


La morte della farmacista di Arezzo, così come quella di due anni fa dell'ex vice-presidente del Monte dei Paschi di Siena, dimostra come il rischio malaria sia sottovalutato se non del tutto ignorato anche da persone colte ed abituate a viaggiare. Il rischio malaria si presenterà quasi certamente in altri viaggiatori di ritorno dalle vacanze invernali in paesi tropicali e subtropicali. Sono circa 1200 all'anno i casi di malaria riportati ufficialmente all'Istituto Superiore di sanità. L'esperienza insegna che in gennaio, mese in cui si verifica il picco dell'epidemia influenzale stagionale, vi può essere il rischio che la sintomaltologia malarica venga confusa con quella influenzale. E' di fondamentale importanza dunque che il viaggiatore con febbre, reduce da un viaggio in aree tropicali, dia al medico l'informazione del viaggio effettuato e che il medico chieda al soggetto febbrile che sta visitando se ha viaggiato a tropici nelle ultime settimane. Ricordiamo che il periodo di incubazione della malaria è di una settimana fino a 3 mesi e che pertanto si deve sempre sospettare la malaria in un soggetto di ritorno da un viaggio in paesi tropicali che presenti febbre.
La malaria continua ad essere uno dei grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale con 200-300 milioni di nuovi casi l'anno e 1-2 milioni di morti specie nella popolazione infantile al di sotto dei 5 anni. La forma più grave di malaria é quella causata da P.falciparum. Essa si manifesta solitamente con febbre, brivido, cefalea, dolore muscolare, astenia e qualche volta con diarrea, vomito e dolore addominale. Se la malattia non é curata in tempo possono sopraggiungere insufficienza renale, collasso cardiocircolatorio, convulsioni ed altri segni neurologici espressioni di malaria cerebrale, fase molto grave della malattia.
Se diagnosi e terapia sono tempestive, il paziente ha ottime probabilità di guarire dalla malattia, ma ogni ritardo nella diagnosi e nella cura può essere fatale, come accaduto nel caso della farmacista di Arezzo e tante altre volte in passato fin dai tempi ( 1960) del campione Fausto Coppi. Coloro che hanno effettuato la chemioprofilassi antimalarica, dovranno continuarla al ritorno dal viaggio per 4 settimane se hanno assunto meflochina (Lariam) o per una settimana se hanno assunto atovaquone/proguanil (malarone). Si ricordi in ogni modo che nessuna chemioterapia fornisce una protezione assoluta. Donne gravide, bambini piccoli, soggetti HIV+ ed anziani sono categorie a particolare rischio.

*Direttore Centro OMS per la Medicina del turismo

Roma, 11 gennaio 2008

 

 

 

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