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Giornata mondiale per la lotta all’Aids
Fiore Crespi nuovo presidente di Anlaids al posto di Fernando
Aiuti
Aids: torniamo a puntare alla prevenzione
Cambia volto l’epidemia di Hiv/Aids nel mondo: mentre le cifre mondiali destano qualche speranza, nel nostro Paese l’epidemia non sembra accennare ad arrestarsi. “Nonostante le stime delle persone con Hiv/Aids si siano abbassate come riportato da Unaids, i numeri restano drammatici – commenta Fiore Crespi, che dal 1° dicembre succede all’infettivologo Fernando Aiuti alla presidenza dell’Associazione nazionale per la lotta all’Aids (Anlaids) – Anche in Italia la situazione desta preoccupazione perché la prevenzione non ha ancora raggiunto pienamente i suoi obiettivi”.
“L’epidemia continua e l’infezione può colpire chiunque” le fa eco Aiuti che indica anche le iniziative indispensabili per una corretta opera di prevenzione: “informazione sulla trasmissione del virus e sulla modifica dei comportamenti a rischio e raccomandazioni sull’uso del preservativo, invito a fare il test Hiv, invito alla fedeltà di coppia e a ritardare i primi rapporti sessuali completi negli adolescenti, prevenzione e cura delle altre malattie sessualmente trasmesse, invito al test prima della gravidanza ed in corso di gravidanza, interventi mirati sui giovani nelle scuole”.
Le cifre di riferimento sono quelle rese pubbliche dall’agenzia Onu per l’Aids che parla di un calo nelle nuove infezioni a livello globale, passate dai 4,1 milioni di due anni fa ai 2,5 milioni di nuovi sieropositivi nel 2007. Con un parallelo calo delle vittime, scese dai 2,8 milioni del 2005 ai 2,1 milioni di quest’anno.
Ma nel frattempo in Italia la situazione non è rosea: secondo gli ultimi dati resi noti dal Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità, in alcune zone si registra un aumento delle nuove infezioni che desta preoccupazione. E attualmente nel nostro paese vivono circa 130.000 persone sieropositive: “La terapia antivirale ha cambiato lo scenario della malattia, ma secondo recenti novità non va iniziata troppo tardi e non va mai interrotta – sottolinea il presidente uscente di Anlaids, Fernando Aiuti – Non esistono vaccini disponibili contro il virus Hiv e non è possibile prevedere se e quando la scienza troverà un vaccino efficace”.
Un altro fattore che desta preoccupazione è relativo al ritardo della diagnosi di infezione: oltre la metà delle persone sieropositive, infatti, non sa di esserlo e scopre di essersi infettata solo nel momento in cui si manifesta la patologia di Aids cioè quando l’infezione ha compiuto gravi danni. E nel frattempo potrebbe aver continuato a infettare inconsapevolmente altre persone.
“Per questo occorre puntare nuovamente sulla prevenzione – insiste la neo-presidente di Anlaids Fiore Crespi – Se questo non viene chiarito, ci sarà ancora più disattenzione da parte del pubblico e calerà ancora di più il sipario sull’Aids”.
L’Aids nella penisola
Le circa 4000 nuove infezioni avvenute nel 2007 hanno portato il numero totale delle persone che in Italia convivono con l’Hiv a sfiorare quota 130 mila, stima l’ultimo aggiornamento del Centro Operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità. Mentre invece i casi con malattia conclamata sono stimati in 25 mila, un numero costantemente in calo da oltre dieci anni grazie alla prevenzione, alla diagnosi precoce e alle terapie. Ma l’aumento di nuove infezioni in alcune zone del paese sottolinea l’importanza di non abbassare la guardia. Anche perché cambia l’identikit delle persone che si imbattono nel virus o che sviluppano la malattia. Continua ad aumentare l’età media dei pazienti a cui viene diagnosticato l’Aids, 43 anni per gli uomini e 39 per le donne nel 2006, contro i 29 e 26, rispettivamente, del 1986. E sempre più italiani, ormai oltre il 60%, si scoprono sieropositivi solo quando si ammalano gravemente. In cima alla classifica delle modalità di trasmissione campeggiano i rapporti eterosessuali che, con il loro 43,7%, hanno soppiantato non solo i contatti omosessuali (fermi al 22%) ma anche lo scambio di siringhe infette (27,4%). Il 20% dei casi di Aids si riscontra in persone immigrate dall’estero, la metà dall’Africa.
Le prevalenza varia notevolmente tra le Regioni: i valori più alti si registrano a Roma e Milano, con rispettivamente 4,9 e 4,8 casi ogni 100 mila persone, seguite da Genova (4,1 su 100 mila) e Bologna (3,7).
Le attività dell’Anlaids
L’ultimo esempio di come l’Anlaids mette a frutto i fondi raccolti è la collaborazione con il Centre Medical St. Camille di Ouagadougou, in Burkina Faso, per curare i malati di Aids che prosegue dal 2001, ma proprio in questi giorni l’Anlaids ha dato il via a un nuovo progetto per l’assistenza ai bambini Hiv-positivi di uno dei più martoriati Paesi africani, in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza e l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”. Oltre a migliorare e ampliare il reparto di Pediatria del Centro, che ora finalmente può anche ospitare i piccoli pazienti, il progetto mira a intervenire sulle condizioni nutrizionali delle popolazioni rurali e a formare personale locale.
ANLAIDS Nazionale, affiancata dalle Sezioni Regionali, attraverso le campagne pubbliche, i contributi offerti liberamente dai cittadini e le quote versate dai propri soci, prosegue la sua attività con il sostegno alla ricerca (premi scientifici, borse di studio, corsi di formazione, donazione di apparecchiature ai centri ospedalieri,), le campagne di prevenzione e di educazione alla salute (interventi mirati nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, opuscoli informativi, formazione degli operatori di carceri e caserme). Sempre con la collaborazione delle Sezioni ANLAIDS si occupa di assistenza a persone hiv positive e malate di AIDS, con le Case Alloggio di Roma e Bologna e inoltre offre assistenza psicologica, medica e legale. Tante attività che vivono e si sostengono grazie al lavoro, impagabile, dei moltissimi volontari dell’Associazione e ai soldi raccolti con le iniziative come Bonsai Aid Aids.
Roma, 30 novembre 2007
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