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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA
"LA SAPIENZA"
Una ricerca de “La Sapienza” individua nuovi orizzonti
farmacologici e nuove terapie per curare l’epilessia
Un’importante ricerca sulle nuove strategie terapeutiche per
la cura dell’epilessia del lobo temporale (disturbo diffuso
e difficilmente curabile) è stata condotta dal gruppo di
Fisiologia Umana de “La Sapienza” diretta dal prof. Fabrizio
Eusebi in collaborazione con un gruppo di ricercatori del
Centro per la Cura dell’Epilessia Neuromed di Pozzilli in
Molise, coordinato dal prof. Luigi Frati preside della I
facoltà di Medicina de “La Sapienza” e direttore scientifico
del Centro.
Lo studio, effettuato su un gruppo di pazienti affetti da
questa forma particolare di epilessia, immune ai farmaci e
la cui unica terapia è la rimozione chirurgica dei tessuti
cerebrali danneggiati dalla malattia, ha portato a due
risultati fondamentali:
• nel paziente epilettico, il sistema inibitorio (GABergico)
che “tampona” l’attività eccitatoria delle cellule nervose
epilettiche è molto debole;
• bloccando con sostanze chimiche sintetiche l’attività di
particolari enzimi (fosfatasi) presenti nelle cellule
nervose, si potenzia nel paziente proprio quel sistema
inibitorio compromesso dall’epilessia.
Sulla base di tali risultati si potrà potenziare
farmacologicamente il sistema inibitorio, riducendo
l’attività eccitatoria del paziente.
La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista
scientifica PNAS (Proceedings of National Academy of
Sciences U.S.A).
Epilessia
Episodi di alterazione o perdita della coscienza, fenomeni
motori anomali, disturbi psichici o sensoriali, in questo
modo si manifesta l'epilessia, malattia neurologica dovuta
all’attività elettrica eccessiva (ipereccitabilità) di
alcune cellule nervose.
Secondo dati dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS)
questa grave malattia colpisce circa l’1% della popolazione,
indipendentemente dal sesso e dall’età. Tra questi pazienti
circa il 25-30 % sono insensibili al trattamento
farmacologico.
In Italia si stimano circa 500.000 epilettici di cui
120-130.000 resistenti ai farmaci; per tali pazienti l’unica
alternativa per ridurre, e in alcuni casi eliminare le crisi
epilettiche è la rimozione chirurgica delle regioni
cerebrali coinvolte nell’epilettogenesi.
Solo un numero compreso tra i 4000 e 10000 pazienti
risultano idonei all’operazione.
www.uniroma1.it
Roma, 12 luglio 2004
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