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di Paola Franz
Oggi, 27 gennaio 2005, è il 60° anniversario della liberazione del
campo di sterminio di Auschwitz. E proprio il 27 gennaio è stato
istituito in Italia, con una legge del 2000, il Giorno della Memoria
per ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico, la
Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia,
la morte, coloro che si sono opposti al progetto di sterminio, e a
rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i
perseguitati. La legge stabilisce inoltre che, in occasione del
Giorno della Memoria siano organizzate «cerimonie, iniziative,
incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione,
in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è
accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici
italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro
dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia
nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano
mai più accadere».

«Oggi è un giorno di triste memoria per tutta l'umanità» ha
affermato il Presidente del Parlamento europeo Borrell all’apertura
della seduta odierna e ha rammentato come al nome di Auschwitz sia
indissolubilmente legato «il nome dell'orrore assoluto, del male,
nella sua realizzazione più estrema, il crimine pianificato,
industrializzato e documentato». Alla cerimonia ufficiale ad
Auschwitz, si recheranno i leader di tutti i gruppi politici del
Parlamento per ricordare le vittime ma anche perché «questo male che
ha portato la morte a migliaia di ebrei, minoranze etniche,
omosessuali, prigionieri politici di diverse nazionalità, solo
perché erano tali» fa parte di tutti noi. Le radici che ci hanno
portato allo sterminio di milioni di persone sono profonde e dopo 60
anni non sono ancora scomparse, «dobbiamo continuare a lottare
contro tutto ciò che l'ha reso possibile: il razzismo,
l'antisemitismo, la xenofobia, l'odio razziale, l'indifferenza di
parte delle nostra società» ha concluso Borrell.
Il Parlamento europeo ha espresso una dura condanna contro le tesi
revisioniste e la recrudescenza del razzismo e dell'antisemitismo e
una forte preoccupazione per l’aumento di partiti estremisti e
xenofobi e per «la crescente accettazione da parte del pubblico
delle loro opinioni», ha invitato gli Stati membri a condannare
tutti gli atti di intolleranza e di incitamento all'odio razziale e
«tutte le espressioni di antisemitismo, quale che ne sia la forma».
Affinché l'intolleranza, la discriminazione e il razzismo diventino
un problema del passato sono necessari il ricordo, la consapevolezza
e l’istruzione, soprattutto nei giovani, per questo i parlamentari
hanno proposto di inserire nei piani di studio scolastici
l’informazione sull’Olocausto.
Shoah
www.deportati.it
Roma, 27 gennaio 2005
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